lunes, 26 de noviembre de 2012

¿Me corrige alguien los deberes?

En el curso de italiano en el que taaaaanto aprendo (NO) a veces me mandan deberes que no hago, pero la semana pasada me mandaron escribir una redacción sobre la inmigración y hoy me levanté con el pie derecho y me dije: "venga va, no hay nada que me apetezca hacer más después de seis horas de clases. ¡Voy a hacerla!". Y nada, que la he hecho, estoy muy orgullosa de ella y todo eso y... ¿alguien que sepa italiano quiere corregir mis tropecientos mil cuatrocientos cuatro errores? Es para mañana. Gracias.

L'IMMIGRAZIONE

Immigrare, sulla carta, è l'azione che fa una persona che arriva in un paese straniero con l'intenzione di rimanere là. Infatti, sulla carta (esattamente sulla carta della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo) anche si dice che "ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato" o che "ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese" (articolo 13) o, perché no, "nessuno può essere arbitrariamente privato [...] del diritto a cambiare di nazionalità" (articolo 15).
Ma la realtà attuale è che, come tutti sappiamo, i diritti umani sono usati abbastanza spesso come carta igienica e che, in tanti casi, la situazione dell’immigrazione viene sintetizzata in una relazione abbastanza stabile e con previsioni di matrimonio tra le parole immigrante e xenofobia. Molto difficile è trovare nella strada dal nostro bel paese ospitante un cittadino rispettabile estremamente felice perché gli stranieri molto stranieri vengono a rubare il loro lavoro, a sfruttare il loro sistema di sanità o a riempire di droga e delinquenza le strade delle città che, se non fosse per questi "strani" potrebbero essere prese da un libro di Aldous Huxley. E che cosa possiamo dire se questi invasori anche, oltre ad essere "strani”, lo sembrano?! Strade piene di neri, arabi e cinesi rovinando la nostra economia e minacciando la nostra cultura!!
E, beh, in realtà, saltate il paragrafo prima perché tutto quello che ho detto è una bugia (almeno la metà). Perché l'immigrazione, come tutto in questa vita,  ha due modi per guardarla, anche agli occhi della stessa persona. Perché non è lo stesso l'immigrante che attraversa il mare in una piccola imbarcazione, malnutrito e senza un euro nel portafoglio, che l'immigrante che vola in prima classe; anche se loro due vanno alla ricerca di una vita migliore. Sebbene quest'ultimo anche va a rubare un lavoro, ad abusare della sanità o a prendere una riga di cocaina. Perché non è lo stesso essere un immigrante illegale, dove ti senti al 100% immigrante, che attraversare l'Europa con un diploma di laurea sotto il braccio... Non è lo stesso!
E soprattutto negli ultimi anni, caratterizzati da una unificazione globale attraverso la tecnologia e i danni della crisi economica mondiale, possiamo vedere questo spesso: giovani laureati e intelligenti che, per esempio, escono dalla Spagna per lavorare come ingegneri in una grande multinazionale tedesca o come medici in un ospedale in Svizzera.
Sembrano quasi quotidiane i casi di studenti universitari europei (e alcuni non europei) che sfruttano che "non ci sono frontiere nell’Europa" per proseguire i loro studi in questo o quel paese o commettere l'audacia di innamorarsi, sposarsi e di stabilirsi molto lontano da casa... Lo vediamo ogni giorno... E quello che è più sorprendente è che questi giovani possono sentirsi stranieri ma non immigrati... Come non si sente immigrante il norvegese che sceglie di vivere la sua pensione nelle Isole Canarie o il pop star spagnolo che vive a Miami... Anche io stessa, se domani decidessi trasferire il mio file all'Università di Padova e vivere qua, è possibile che solo mi sentissi abbastanza estraniera, ma non troppo immigrante...
Ma, naturalmente: non è lo stesso!
Perché è chiaro che nel secolo XXI, quando si parla di immigrazione, nessuno pensa in noi stessi sfruttando al massimo le possibilità del mondo. No. Noi tutti pensiamo in estrema povertà, in scappare, in cittadini di seconda classe a qualli noi li facciamo un favore aprendo le porte del nostro meraviglioso paese. Pensiamo in barche e imbarcazioni di piccole dimensioni. E nella carità. E nella droga. E nel crimine. E pregiudizi bla bla bla... Perché non pensiamo che "ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato" e che non esiste questo dell'immigrazione di prima o seconda divisione. Perché non pensiamo nell’arricchimento culturale oppure in un mondo senza frontiere per tutti... ma, naturalmente, non è lo stesso!

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